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Oggi sarebbe stolto ignorare le piattaforme di AI quando il proprio lavoro è portare traffico ai siti internet. Sempre più persone infatti usano chatbot per domandare e cercare informazioni online.

Sembra che il monopolio della ricerca online stia sfuggendo di mano a Google, o forse no?

Gli editori sono preoccupati dalla situazione, non solo per le visite perse dal loro sito web ma anche per questioni di rispetto del copyright.

GPT sta scansionando i nostri contenuti e risponde senza citare le nostre fonti. Come ci comportiamo?

Questo è il quesito che i giornali online si stanno ponendo. La preoccupazione è comprensibile.

Quindi che fare? Come dovrebbero comportarsi gli editori nei confronti dei bot di AI?

Al momento siamo nel far west, i chatbot difficilmente menzionano o linkano le fonti. Tuttavia, immagino che nei prossimi mesi la legislazione inizierà ad imporre dei comportamenti standardizzati per garantire il rispetto del copyright.

Sfide e Opportunità per gli Editori Online

  • Sfide: Una delle principali preoccupazioni sollevate riguarda la capacità delle piattaforme AI di scansionare e utilizzare i contenuti senza citare o linkare le fonti originali. Questo non solo solleva questioni di copyright, ma minaccia anche di ridurre il traffico diretto ai siti degli editori, poiché gli utenti potrebbero ottenere le informazioni di cui hanno bisogno direttamente dai chatbot.
  • Opportunità: D’altra parte, consentire l’accesso ai bot può portare a una maggiore visibilità quando i contenuti vengono citati e linkati dalle risposte dei chatbot. Questo può non solo migliorare il traffico di riferimento ma anche aumentare l’autorità e la visibilità del brand nel lungo termine.
PROCONTRO
Chiudo l’accesso ai botQuesta opzione garantisce che i contenuti rimangano esclusivi e non siano utilizzati senza autorizzazione, ma rischia di rendere il sito meno visibile nell’ecosistema digitale emergente dominato dall’AI.I chatbot useranno i contenuti dei tuoi competitor, li menzioneranno e li linkeranno (perché prima o poi dovranno iniziare a farlo).
Lascio accedere i botI chatbot useranno i tuoi contenuti, li menzioneranno e li linkeranno nelle risposte. Tuttavia, al momento esiste il rischio che i chatbot utilizzino i contenuti senza citare adeguatamente la fonte, minando i diritti d’autore e il valore del contenuto originale.Gli utenti potrebbero preferire di ottenere le informazioni direttamente dai chatbot, riducendo il traffico diretto al sito web dell’editore.

Non ho la risposta universale, ma credo che al momento sia meglio lasciare aperto il sito web ai chatbot.

Vi ricordate cosa era successo agli editori tedeschi quando si lamentavano di Google News? Nel caso non ricordaste, lascio un paio di approfondimenti:

  • https://www.theverge.com/2014/11/5/7160587/german-publisher-axel-springer-google-news
  • https://techcrunch.com/2013/08/01/google-publishers-love-hate/

Quando gli editori tedeschi hanno contestato Google News, hanno finito per perdere traffico significativo, dimostrando che opporsi ai cambiamenti portati dalle grandi piattaforme digitali può avere conseguenze negative.

IO VOGLIO CHIUDERE!

Nel caso decidessi di chiudere l’accesso a gpt, puoi trovare qui una guida tecnica: Come impedire a GPT l’accesso ai contenuti del tuo sito.

Tuttavia, considera che il disallow del robots.txt non è una direttiva o un obbligo che i bot sono costretti a rispettare, ci sono soluzioni più “forti” che si possono applicare lato server.

Quindi?

La decisione di consentire l’accesso ai chatbot dovrebbe essere presa considerando attentamente sia i potenziali benefici sia i rischi associati. Potrebbe essere vantaggioso adottare un approccio bilanciato, proteggendo i contenuti critici mentre si esplorano le opportunità offerte dall’interazione con le piattaforme AI.

La chiave sta nel monitorare costantemente l’impatto di tali decisioni e adattare le strategie in base all’evoluzione del panorama digitale.

Per prima cosa potresti quantificare il traffico referral che il tuo sito web riceve dai chatbot, qui trovi una guida.

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